giovedì 27 febbraio 2014

Accogliendo l'ignoranza

Se ne vedono tante sul web, spesso mi capita di imbattermi in veri elogi all'ignoranza proprio spulciando la home del mio profilo facebook; tanti commenti e tante immagini di tutti i tipi. Immagini e riferimenti presi, decontestualizzati, mescolati abilmente in una miscela esplosiva, volatile, facilmente propagabile e infiammabile; capace di trovare ampia risonanza proprio in un pubblico che incapace di fare i conti, di unire i punti di una storia di cui è parte.

Ad esempio è un dato di fatto che ci siano molti, moltissimi, italiani che lavorano, integrati, trascorrendo la loro vita in Germania; anche molti figli di italiani emigrati in Germania, la cui madre lingua è il tedesco, vivono perfettamente integrati nella società che li ospita, studiando, relazionandosi con l'identità culturale di quella che è, a tutti gli effetti, casa loro.
Siano essi figli di prima, seconda, terza generazione non importa. Sono tedeschi, al di là dello IUS SANGUINIS e al di là della distanza culturale e sostanziale che li separa dalle loro lontane radici; origini queste che sono più o meno accettate e riconosciute da loro stessi.

Molti si sentono tedeschi e basta, non hanno bisogno di andare alla ricerca di quelle origini italiane. A loro non interessa, non li incuriosisce, e la loro scelta va rispettata in quanto tale.

È una scelta rispettabile quella che muove dei giovani alla ricerca delle loro origini, scavando nel tempo e nella cultura della propria famiglia.

Molte generazioni di italiani hanno calpestato, percorrendola da cima a fondo, la Germania (e non solo questa terra) in cerca di una migliore condizione di vita.
Al di là di piccoli stereotipi, piccole credenze, piccoli gesti di distacco o freddezza (spesso solo apparwnte), si sono perfettamente integrati nella società che li ha ospitati.

È davvero molto triste, spiacevole, fonte di rammarico; vedere come, al di là di una opinione che, apparentemente legittima, conduce però a un atteggiamento di freddezza, di rabbia, di vera e propria xenofobia, che molti nostri compatrioti hanno provato sulle loro spalle, sulla loro pelle in vari momenti storici del secolo passato e che, in realtà, non si è mai fermata, ripercuotendosi in altre forme, colpendo proprio quei ragazzi che, nonostante con un titolo significativo in tasca, non possono che partire per farsi riconoscere un master in un altro paese, all'estero.

Dove anche molti italiani hanno la possibilità di trovare un futuro migliore, nonostante siano stranieri in un paese diverso che non muore strozzato dall'ignoranza.



Dove in altre parti del mondo l'accoglienza verso gli italiani, giovani o anziani, c'è sempre stata e continua ad esserci.

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