giovedì 31 ottobre 2013

Dolcetto e scherzetto del solipsismo


31/10/2013
dopo varie perizie e incredibili, nonché inenarrabili, fatiche sono giunto alla fine del mio soggiorno presso lo studentato del Kolping, Albertus Magnus. Domani infatti mi trasferirò in un altro appartamento, questa volta definitivo. Fino a prova contraria, ma fortunatamente il contratto di locazione che ho firmato sembra darmi ragione: quello di domani sarà il mio ultimo trasloco. Solo a battere queste emozioni sulla tastiera del mio notebook mi sento pervaso da una gioia incontenibile che, però, immancabilmente subito sfuma in un grigiastro dubbio: "ma sarà vero che me ne vado? Non sarà un sogno?".
"E se invece mi fossi creato tutto nella testa?"
«Paranoie da thriller psicologico!» mi rispondo subito.
Però...
Con tutte le batoste che mi sono preso in questo ultimo mese, un po di scetticismo, tipico di chi si è scottato un paio di volte, c'è sempre. Quasi che domani, certo che sia arrivato il giorno del trasloco, scenda dal letto solo per andare a sbattere contro un cartello stradale, abbandonato da un mio compagno di stanza spuntato nella notte, mentre un calendario diabolico mi dice che non è il primo novembre bensì il primo ottobre; annullando, di fatto, tutto il sudore e la fatica che ho concentrato in queste ultime settimane nella ricerca di un alloggio.
Ancora peggio: potrei svegliarmi, domani, in mezzo ai lamenti di viaggiatori nel pullman che mi ha portato in Germania in quella ormai lontana notte tra il 28 e il 29 settembre, dopo che la mia sorellina mia ha salutato dalla stazione di servizio; il ground zero della mia esperienza in Germania.
Forse, ancora peggiore di tutto questo, potrebbe essere un risveglio nell'ignoranza, nella cecità, lontano da ogni speranza, senza un contratto firmato e contro firmato, siglato e suggellato da due mani, in duplice copia, che mi attende da qualche settimana nello zaino. Senz'ombra di dubbio sarebbe tremendo un risveglio uguale a tanti altri; a tutti gli altri; lontano dalla luce di un traguardo alla fine del tunnel che illumini, con la sua speranza, l'obbiettivo; quella sorta di brivido di anticipazione (thrill of anticipation) che ti fa assaporare la vittoria, facendoti sentire vincitore prima del taglio del traguardo. Con la vittoria in tasca, insomma.
Anche se io, a ben vedere, in tasca non ho ancora le chiavi del mio appartamento. Dunque, un brivido di paura, più che di anticipazione, potrebbe essere il non avere più quella prospettiva che mi ero creato solo io e dovermi così adattare, contro ogni speranza, ad usare dei frigoriferi intasati di avanzi e dei fornelli incrostati.
Passi il bagno in comune per piano, la cosa che ha fatto tremare di paura molte ragazze e molti ragazzi a cui ho descritto il mio dormitorio, ma dover vedere sfumare la possibilità di riprendere a cucinare con le MIE mani un piatto caldo, senza escogitare espedienti con cibi pronti a lunga conservazione, il pane nero tedesco (Schwarzbrot) e altre cose di questo tipo.

Ma ovviamente queste sono solo piccole fantasie slegate da ogni logica esterna, giochi di pensieri che si rincorrono in una testa ormai sicura del fatto che domani riposerà adagiata su un altro letto, tra altre mura, dopo la fatica di un ennesimo trasloco.
Per questa sera finirò di mangiare gli ultimi biscotti che mi sono rimasti attendendo di andare al party di Halloween allo studentato chiamato Lechbrucke, sapendo che domani potrò cucinare un altro "dolcetto", qualcosa di diverso.




Nessun commento:

Posta un commento